
PRESENTAZIONE
Il Piccolo Festival dell’Antropologia della Montagna è organizzato da chi in montagna ci vive ed è una due giorni di conferenze e musica nato per interrogarsi sull’Appennino in cambiamento. La nostra è una montagna poco osservata ma che sta conducendo, neanche troppo lentamente, ad un cambiamento di rotta. I nuovi fenomeni che vedono protagonisti gli Appennini e le Alpi sono oggi quelli della scelta sul buon vivere, del rallentare, della valorizzazione delle risorse naturali, della bellezza e dell’esperienza di territorio e di comunità. Tuttavia noi pensiamo che la bellezza sfuma senza la conoscenza. Anche attraverso questo festival vogliamo dare la possibilità di innamorarsi dell’Appennino e di tutto ciò che contiene: in primis le persone.
PFAM nasce nel 2016 nella culla della rassegna Squinterno in Pillole a sua volta partorito dall’esperienza dell’esplosivo e incontenibile Squinternofestival realizzato a Berceto per rivitalizzare il borgo montano. Una rivitalizzazione che ha funzionato perfettamente fino a far diventare lo Squinterno il festival estivo più frequentato della provincia! Con la successiva esigenza di spalmare l’offerta attrattiva anche nel resto dell’anno, nasce la rassegna in pillole di cui PFAM fa parte e da allora è diventato un attesissimo appuntamento annuale.
Abbiamo scelto l’autunno perché è questa la stagione di chi rimane, oltre alla stagione turistica. È la stagione di chi in Appennino ci vive e vuole che sia apprezzato anche in questa veste. Siamo testimoni, e anche artefici, della tradizione culturale di un territorio vastissimo, quello occupato dai comuni di montagna italiani. Valorizzare le culture appenniniche in questo momento storico significa anche suggerire un’alternativa di vita alle molte persone che hanno il desiderio di trasferirsi in montagna, anche per provare a seguire ritmi più umani rispetto a quelli delle grandi zone urbane. L’obiettivo principale dell’organizzazione è quello creare un momento di incontro tra persone sinceramente interessate all’argomento “montagna”, per trovare soluzioni di sviluppo attraverso lo studio del passato e del presente. Non c’è niente di più stimolante della cultura per dare nuova energia. Perché la cultura riesce a fornire quei famosi “nuovi occhi”, suggeriti da Marcel Proust, che consentono di vedere finalmente un paesaggio, culturale e naturale, con la giusta consapevolezza.
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